Salta navigazione.
Home

Lo Yoga e la psicoanalisi

Secondo la psicoanalisi, i trauma presenti sono il risultato delle nostre azioni e reazioni ad esperienze passate, che rimangono in noi come forze psichiche presenti nel subconscio. Questa era la stessa visione di Patañjali. Per Patañjali, le nostre patologie attuali, sono il risultato dei samskara, cioé delle predisposizioni-impronte, che acquisiamo dalle nostre passate azioni e reazioni alla luce delle varie esperienze.(nota_1)

Inoltre Hans Selye (nota_2) afferma che come criterio psicologico per rimediare agli aspetti negativi della vita, la MT (Meditazione Trascendentale o Raja Yoga) non è in conflitto con la psicoanalisi. A differenza della psicoanalisi, la MT si serve della consapevolezza pura come mezzo per assicurare i benefici che si ripromette.

Possiamo quindi affermare quanto segue:

  1. lo yoga non si oppone alla psicoanalisi, anzi le due strade possono essere in parte complementari;
  2. il vantaggio dello yoga consiste nel fatto di servirsi della pura consapevolezza per sciogliere i nodi o lo stress, esterni ed interni;
  3. con la psicoanalisi la rimozione avviene con l'ausilio dell'analista ed è quindi doloroso sradicare ciò che si era con cura nascosto in fondo all'essere;
  4. con lo yoga, l'operazione di rimozione, avviene in modo spontaneo e la verifica si ha nella vita quotidiana, quando ci accorgiamo che la "cosa" che ci disturbava, non ci disturba più;
  5. un altro vantaggio dello yoga è che tutto viene fatto da soli, senza l'ausilio di un analista, evitando il transfert, cioé così che si venga a creare una forte dipendenza nei confronti di un'altra persona.

 

nota_1 - Tratto da "Patañjali's Yoga Sutra", Shyam Ranganathan, ed. Penguin 2008. Patañjali invece è stato il più antico a grande teorico dello yoga.

nota 2 - Dalla prefazione al libro "Meditazione Trascendentale" di Bloomfield-Cain-Jaffe-Kory ed. Rizzoli del 1976.

 

Articolo Precedente Torna all'introduzione Articolo Successivo