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Lo "yoga" di Edgar Allan Poe

Nel più bello dei Marginalia, Poe scriveva:

«Esistono alcune fantasie di delicatezza squisita, che ho trovato impossibile tradurre nella lingua scritta. Esse scaturiscono dall'anima (ahimè quanto di rado!) soltanto in periodi di assoluto benessere, quando il corpo e la mente raggiungono il loro massimo equilibrio e negli attimi in cui i confini del mondo reale si fondono con quello dei sogni. Le percepisco soltanto quando sto per abbandonarmi al sogno, ma sono ancora consapevole del mio stato di veglia... Considero queste visioni con un timore che, in qualche modo, attenua o rende più serena l'estasi: le osservo nella convinzione che questa esperienza sia di natura del tutto soprannaturale - sia uno sguardo dello spirito verso l'al di là... In queste fantasie, non vi è nulla che possa essere definito simile alle impressioni che riceviamo di solito: come se i nostri cinque sensi venissero sostituiti da altre miriadi di sensi sconosciuti ai mortali».

Tratto dall'articolo di Repubblica del 29 aprile 2009 leggibile interamente a questo link.

 

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